Testimonianze

La tenerezza di Gesù e di Maria

Pubblicato: sabato 31 maggio 2008

Medjugorie si è dimostrato ancora una volta un luogo, per me, del tutto speciale. Un luogo fuori dal mondo, dal tempo. Un luogo dove ho potuto toccare con mano un Amore speciale e tenero. Come una carezza, un bacio della mamma dato prima di andare a dormire quando ci rimboccava le coperte. A Medjugorie la Madonna ha scelto di costruire la propria casa. Abita concretamente in quel piccolo villaggio della Bosnia fra paesaggi brulli e incantati. In tanti, prima di partire, mi hanno provocato, quasi fosse una sfida teologica: “Quando preghi a San Frediano la Madonna forse non è presente? C’è bisogno allora di affrontare un viaggio simile?”. E’ ovvio che la Madonna è ovunque la si preghi. Ma ciò non esclude che Medjugorie sia un luogo di Grazia eccezionale dove davvero è possibile avvertire, toccando con mano, la presenza di Maria.

Spesso, quando prego, ho la sensazione – una tentazione e un mio limite, è evidente – che Dio non mi ascolti. O meglio, per essere più precisi: che lo faccia - l’immagine è un po’ buffa - con un orecchio solo. Come se gli arrivasse una voce flebile, quasi di sfuggita, fra milioni di altre preghiere e milioni di altre Lodi e richieste più importanti e meritevoli delle mie. Devo realmente concentrarmi per pensare che Dio mi ascolta, mi ama, agisce in me perché sono unico e speciale nel profondo del Suo Cuore. Una certezza che ho ben radicato nella mente, nei ricordi del mio cammino (dove l’Incontro speciale mi ha cambiato radicalmente), ma non sempre (ahimé) nel profondo del cuore. Spesso, quando prego, non costruisco neppure un vero dialogo con Gesù. Mi “limito”, piuttosto, a lodare, ringraziare e chiedere. Non vado alla ricerca di un incontro speciale che - anche in quel momento (come ben so) - potrebbe cambiare la mia vita e convertirmi “creando nuovi cieli e nuova terra”. Ecco perché la Madonna ha creato, anche per me Saverio, Medjugorie. A Medjugorie, la presenza di Maria – e quindi di suo figlio Gesù – posso respirarla nell’aria. Tutto parla di Dio: dalle pietre, dai profumi ai pellegrini. Senza fatica si avverte la Presenza di Dio e posso vivere l’Incontro. E’ come se, per fare un esempio assurdo e ridicolo, le preghiere da quaggiù fossero (spesso) una telefonata a Maria, mentre a Medjugorie, mi potessi trovare nel giardino della Madonna a tu per tu con Lei. Così tutto cambia. Quando prego sui massi rossi del Podbrdo (la collina delle apparizioni) ho la certezza che Dio mi vede, che Dio mi conosce e riconosce, che Dio mi ama, che Dio mi accetta, che Dio agisce in me, nella mia vita, nella mia famiglia e mi benedice per come sono e non per come vorrei. Ho la certezza che nulla è impossibile a quel Dio d’Amore che mi ha creato.

La certezza che ho nutrito nel mio cuore si è trasformata presto in Pace, in Amore, in Preghiera. L’incontro con Gesù, l’incontro con la sua (e nostra) Madre, non può lasciare indifferenti se è davvero un incontro “vivo”. Quando sono partito portavo nel cuore mille intenzioni e mille “progetti”. Forse, si dirà, non è giusto crearsi “aspettative”. Alla fine, tutto è Grazia e allora perché scegliere quale Grazia volere? Non è forse meglio lasciar fare a chi “se ne intende” più di me? Tuttavia nel cuore, i giorni prima di partire ho conservato alcuni desideri. Ne dirò due.

Il primo, più che un desiderio, era una forte emozione: l’attesa di un incontro. Sono partito da San Frediano emozionato come chi parte per un lungo viaggio per trovare un “vecchio” parente. Ad essere più precisi come chi torna dalla propria Mamma dopo mesi di “telefonate”. Era un mix esplosivo di sensazioni: come se stessi organizzando una festa a sorpresa per qualcuno a cui voglio bene. Un modo per poter dimostrare il mio piccolo amore con un gesto concreto (i sacrifici di un lungo viaggio) certo di ricevere in cambio un abbraccio speciale. Per questo sono partito da San Frediano con un mazzo di fiori che – anche se arrivato a destinazione un po’ malconcio dopo 24 ore di fatiche fra auto e traghetto – voleva essere comunque un regalo da “casa mia” a “Casa Sua”. “E poi - mi dicevo - chi si presenterebbe invitato a casa di parenti o amici senza un piccolo dono? Ho la grande Grazia di andare a casa della Madonna e non porto niente per lei?”. Quando il giorno dopo il nostro arrivo ho constatato che i miei fiori erano stati posti (probabilmente dai francescani della Chiesa) in un vasetto accanto alla statua della Madonna e che avevano persino provveduto a ravvivarli con un vasetto d’acqua mi sono quasi commosso. “Ecco il mio pensiero per te Maria è arrivato a casa”.

Il secondo desiderio era quello di ritrovare un po’ di Pace. In particolare fare la Pace con il Mondo. Pochi giorni prima di partire, avevo vissuto una scoperta “sconvolgente”. Mi trovavo in auto – in una lunga fila – con Lucia e una nostra cara amica. Fermi per diversi minuti in quel caos, montò piano piano una polemica sugli “Altri”. Da uno sfogo limitato su coloro i quali non rispettavano la fila in auto (passando avanti e infrangendo il codice della strada senza rispetto per chi seguiva la Legge) il discorso si è presto ampliato a dismisura dimostrando come trovasse cuore fertile nei nostri cuori.

Dai “furbetti” con la macchina si è passati, in pochi secondi, alla vergogna per l’insicurezza della nostra città. Così eccoci scivolare, attraverso un “perbenismo razzista”, in un tunnel di rabbia sfociato in una critica sempre più aspra (e senza freni) verso i “raccomandati” (che “vanno avanti sempre loro”, che “gli va sempre tutto bene”, che “ci rubano il posto di lavoro fisso mentre noi siamo precari”, che “avranno la pensione d’oro mentre noi no”). In quel crescendo mi sono ritrovato completamente coinvolto. Mi sono sentito “maledetto” in un “mondo di maledetti”. Senza via di scampo “perché il mondo va così”. Impotente perché niente o nessuno (probabilmente nemmeno quel Dio Buono che ha creato tutto questo) avrebbe potuto cambiare lo stato delle cose. E quando la mia amica ha concluso il discorso con un secco: “Io odio la gente”, mi sono ritrovato quasi involontariamente d’accordo.

Odio gli altri anche io? A questa domanda, che tira in ballo la mia Fede, purtroppo non ho saputo rispondere con quel “rinuncio” che ho pronunciato il giorno del mio battesimo. Tutte le risposte che mi sono dato erano troppo parziali, una via di mezzo inaccettabile (né carne, né pesce) di fronte ad uno dei fondamentali comandamenti di Cristo: “Ama gli altri come te stesso”. E in quegli Altri ci sono proprio tutti: anche tutti quelli che covo con rabbia nel mio cuore perché autori – secondo la mia presunzione - di Ingiustizia.

Mi sono reso conto che spesso – proprio per ritenermi un buon Cristiano – non potendomela prendere con Dio per le ingiustizie del mondo me la sono presa con gli Altri. Se poi gli Altri non li conosco affatto ma sono un numero, o si trovano in una auto, o sono una categoria (politici, giornalisti, comunisti, fascisti, conduttori televisivi…), allora tutto è ancora molto più facile e “gustoso”.

Per ritenermi un buon cattolico e mettermi l’animo in pace ho sempre cercato di seguire, a tal riguardo, i consigli di don Riccardo. “Pregate anche per i vostri nemici, per chi vi sta antipatico, per chi non riuscite ad amare”. E, bisogna dire, che spesso l’ho fatto e mi son sentito in pace con la coscienza e con Dio. Ecco allora che mi ritrovavo a pregare così. “Maria questo mistero lo voglio recitare per quel mio collega che proprio non sopporto perché è acido, perché è sempre “cattivo” e non ha rispetto per nessuno”. Oppure, esagerando: “Ti prego per questa Persona perché se non si converte quando muore chissà dove va a finire visto tutto quello che combina di male. Perché Dio è Giusto e vede tutto e sa tutto. Saprà Lui cosa fare e porre giustizia alla fine dei tempi”. Ecco, queste erano le mie preghiere per gli Altri (inteso, chiaramente, quelli che non sopporto).

Forse lo sforzo sarà stato gradito a Dio perché comunque pregare per persone contro il cui rancore è vivo (e magari quotidiano) non è mai facile. Soprattutto quando gli scontri sono quotidiani e banali. Dio è Buono e avrà preso ciò che di buono c’era nelle mie intenzioni. A volte, sono arrivato perfino a “ribellarmi” pensando che pregando per “Questi” toglievo tempo e spazio nelle mie preghiere a chi amo davvero. “Insomma, non è mica giusto”.

Ecco in auto dopo quella frase ("odio la gente") la mia mente è tornata, come in un flashback, a Medjugorie. La prima volta che sono andato – l’anno scorso con don Riccardo - un ragazzo di una comunità che faceva la testimonianza disse: "Il mondo mi ha imbrogliato. Io credevo che con i soldi, con l’auto bella, con una vita sregolata fossi libero. E invece mi sono ritrovato solo e disperato. Che inganno! Non vi fate fregare anche voi, ragazzi". Allora, quella frase - che forse avevo sentito altre mille volte, da persone più "autorevoli" di lui, in quel momento preciso arrivò dritto al mio cuore (la Grazia di Dio segue vie imperscrutabili). Mi colpì così tanto che promisi: "Dio, dammi la Grazia di non farmi fregare dal mondo".

Da allora ho iniziato un cammino nel cammino ponendomi mille dubbi sul mio “lavoro”, sui miei “desideri” materiali, su quanto e come “mi facevo fregare” e coinvolgere dalla carriera, dai vestiti, dalla vana Gloria, dalla voglia di apparire, dalla fame di avere, dalle vacanze. In questo irto cammino (non sempre univoco e la cui strada si perde facilmente e si confonde nella vita quotidiana) però mi mancava assolutamente un ulteriore tassello: “La tolleranza verso chi si faceva fregare volutamente o no dal mondo. E, di conseguenza, cercava di far fregare anche me”. Ecco, queste persone - gli Altri – (il datore di lavoro, alcuni “amici”, i politici, certi libri o articoli, semplicemente “consueti” atteggiamenti) li vedevo come intralci nella mia strada, come “pericolosi” sobillatori di un equilibrio a cui andavo alla disperata ricerca con Dio.

Appena arrivato a Medjugorie, il mio cuore ha iniziato a sciogliersi. Quanto ha ragione la “nostra” canzone: “C’è un'altra aria, c’è un altro sole, e sguardi nuovi fra le persone”. “Chi ti è vicino ti da la mano”. Subito, appena sceso dall’auto mi sono detto: “Saverio, guarda un altro mondo è possibile. Dio non ha maledetto tutta l’umanità. Medjugorie fa parte di questo Mondo eppure è un luogo Santo. C’è una speranza”. Tutto allora viene accettato in modo diverso.

Il punto più bello di questo piccolo cammino l’ho vissuto durante l’adorazione del sabato sera. La Chiesa era gremita, come sempre capita a Medjugorie. Così siamo andati nel capannone antistante. Di fronte a Dio ho iniziato a pregare, certo che stavolta mi avrebbe ascoltato davvero. Ho aperto il cuore e la mente e, attraverso la Grazia dello Spirito Santo, mi ha permesso di pregare in modo nuovo per gli Altri. Non mi sono concentrato per farlo. Anzi, la mia mente era rivolta a tutt’altro. E’ stato un regalo inaspettato. “Gesù, ti prego per quel mio collega. Perché è una persona sola. Perché è una persona disperata. So che gli vuoi bene Gesù, so che lo guardi con Amore e soffri per lui. E allora aiutalo a Incontrarti. Aiutalo”. “Gesù ti prego per quel mio fratello lontano: non lo vedi quanto è triste, poverino? Non lo vedi che ti cerca in modo sbagliato e non riesce a rapportarsi nemmeno con le persone a cui vuole bene. Lo vedi che fa male agli altri e a se stesso. Fagli sentire il Tuo Amore”. Ho passato in rassegna più persone e più situazioni. Senza giudicare, senza rancore. Mi sono commosso pensando agli Altri. Non con pietà ma con Amore.

Per pochi istanti, indimenticabili, ho vissuto “la tenerezza di Dio”. Ho provato – in una scala infinitamente inferiore rispetto a quello che può essere il sentimento di Maria o Gesù – l’Amore per gli Altri. Persone che Lui ha creato, che ha voluto, che conosce, che Lui stesso vuole salvare e che guarda con Tenerezza come si può guardare a un bambino indifeso. La Tenerezza di Dio, la Tenerezza di Maria: che scoperta meravigliosa! Mi dispiace non riuscire a spiegare meglio questo insieme di sensazioni. Mi farò aiutare da immagini, anche se queste possono sembrare assurde e sono senza dubbio riduttive: avete presente quando una madre culla un bambino piccolo cantando una ninna nanna? Che cosa scatta nel nostro cuore? Ecco al posto di quel bambino c’era quel mio collega, quel mio datore di lavoro, quella persona che né fa di “cotte e di crude”.

Tutto questo è stato possibile solo attraverso la Madonna. Solo attraverso la Sua intercessione e il Suo amore. Solo attraverso il Suo Cuore di Madre. Ecco allora che cosa può essere (fra infinite possibilità di Grazie) Medjugorie, luogo di Pace e di Speranza. Da ora in poi, anche se forse non vivrò mai più in modo così puro e intenso quell’Amore per gli Altri, ho capito come Gesù e Maria vedono tutti gli uomini e il nostro mondo. Con quali occhi, con quale Amore. Ho vissuto un attimo di Paradiso. Ho sentito su di me la benedizione di Gesù ma soprattutto la tenerezza di essere benedetti nel Suo Santo Cuore Misericordioso.

Saverio
San Frediano, 9 maggio 2008

La Madonna delle Grazie

Tutti tuoi, o Maria

Attività parrocchiali

Sante Messe

Feriale e Sabato festivo: Ore 18

Festivo: Ore 8 - 9.30 - 11.30

Sante Confessioni

1° Venerdì del mese: 9.30-11

Ogni sabato: 9.30-11 e 17-18

Adorazione

Sabato: Ore 17-18

Domenica: Ore 7-8

3° Giov. del mese: 21.15-22.30

1° Ven. del mese: 17-18 e 21-22

Santo Rosario

Ogni giorno mezz'ora prima della S. Messa pomeridiana.

Il giovedì nelle famiglie: 21.15

Grande liturgia

Con preghiere di lode, consolazione, guarigione, liberazione e S. Messa solenne, 1° Venerdì del mese, ore 21-23

Tutti i mercoledì

Ore 21.15: Preghiera di Lode e catechesi in sala parrocchiale o nel chiostro della canonica.

Primo Martedì del mese

Ore 17: Santo Rosario meditato

Ore 18: S. Messa per i defunti Opera Dottrina Cristiana


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Sito della Propositura di San Frediano a Settimo - Via di Mezzo Nord, 93 - CAP 56026 - S. Frediano a Settimo (PISA)

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