San Francesco d'Assisi

Il culto per Gesù Eucaristia

Pubblicato: domenica 29 marzo 2009

San Francesco ha un tenero amore per Gesù bambino e prova una grande compassione per Gesù crocifisso, ma è anche pienamente cosciente che Gesù continua ad essere accanto a lui nell'eucari­stia. Ha quindi una profonda riverenza e devozione nei confronti di questo sacramento; infatti «ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sa­cramento del corpo del Signore, preso da stupore ol­tre ogni misura per tanta benevola degnazione e ge­nerosissima carità. Riteneva grave segno di disprez­zo non ascoltare ogni giorno la messa, anche se uni­ca, se il tempo lo permetteva. Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli al­tri. Infatti, essendo colmo di riverenza per questo venerando sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e quando riceveva l'agnello immolato, immolava lo spirito in quel fuoco, che ardeva sempre sull'altare del suo cuore. Per questo amava la Fran­cia, perché era devota del corpo del Signore e desi­derava morire in essa per la venerazione che aveva dei sacri misteri» . Inviando i frati nel mondo di­ce: (do scelgo la terra di Francia, dove vive un popo­lo cattolico, soprattutto perché, fra tutte le nazioni della santa Chiesa, testimonia una venerazione grande per il corpo di Cristo, cosa che mi sta viva­mente a cuore» . «Sentiva tanta riverenza e devozione per il corpo di Cristo, che avrebbe voluto scrivere nella regola che i frati ne avessero ardente cura e sollecitudine nelle regioni in cui dimoravano, ed esortassero con insistenza chierici e sacerdoti a collocare l'eucaristia in luogo conveniente e onorevole. Se gli ecclesiastici trascuravano questo dovere, voleva che se lo accol­lassero i frati» . Vuole che i luoghi sacri siano decorosi e per que­sto «nei suoi giri portava una scopa per pulire le chiese. Molto soffriva nell'entrare in una chiesa e vederla sporca. Così, dopo avere predicato al popolo, faceva riunire in un posto fuori mano tutti i sacerdo­ti che si trovavano presenti, per non essere udito dalla gente. E parlava delia salvezza delle anime, e specialmente inculcava loro di avere la massima cu­ra nel mantenere pulite le chiese, gli altari e tutta la suppellettile che serve per la celebrazione dei divini misteri».È molto severo per la povertà, ma non risparmia spese per iE culto eucaristico: «Una volta volle man­dare alcuni frati per tutte le province, a portare mol­te pissidi belle e splendenti, affinchè dovunque tro­vassero il corpo del Signore conservato in modo sconveniente, lo collocassero con onore in quelle pis­sidi. E anche volle mandare altri frati per tutte le re­gioni con molti e buoni ferri da ostie, per fare delle particele belle e pure» . Ha una venerazione particolare per l'eucaristia e nel Testamento scrive: «E il Signore mi dette tanta fede nelle chiese, che così semplicemente pregavo e dicevo: "Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benedi­ciamo, poiché con la tua santa croce hai redento il mondo"». Vuole partecipare alla celebrazione eucaristica anche quando è infermo: «Benedetto da Pirato... talvolta celebrava la messa in presenza di Francesco, quando questi giaceva infermo: il santo infatti, per quanto fosse malato, voleva ascoltare la messa, se gli era possibile».

Da quanto scrive ai chierici si potrebbe dedurre che faceva la comunione ogni giorno: «Non dovremmo essere ripieni, per tutto questo, di zelo, dato che lo stesso buon Signore si offre alle nostre mani e noi lo abbiamo a nostra disposizione e ce ne comuni­chiamo ogni giorno? Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani?» . Per favorire il culto all'eucaristia. il papa concede di celebrare la messa anche negli oratori dei frati: «Con l'autorità del pre­sente scritto vi concediamo il privilegio che nei vostri luoghi e oratori, possiate celebrare il sacrificio della messa e gli altri uffici divini con altare mobile, salvo sempre ogni diritto parrocchiale riservato alle chiese parrocchiali». Prima di morire vuole rievocare l'ultima cena del Signore: «Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fe­ce portare del pane, lo benedisse, lo spezzo, e ne die­de da mangiare un pozzetto ciascuno». San Francesco si interessa dell'eucaristia più di qualunque altro mistero anche nei suoi scritti, ed insiste particolarmente sulla presenza reale; infatti scrive: «Dell'altissimo Figlio di Dio niente altro io vedo corporalmente in questo mondo, se non il san­tissimo corpo e il sangue suo.., E questi santissimi misteri sopra ogni cosa voglio che siano onorati, ve­nerati e collocati in luoghi preziosi». «Tutti colo­ro che videro il Signore Gesù Cristo secondo l'uma­nità e non videro nè credettero, secondo lo Spirito e la divinità, che egli era il vero Figlio di Dio, sono condannati; e così ora tutti quelli che vedono il sa­cramento del corpo di Cristo, che viene consacrato per mezzo delle parole del Signore sopra l'altare per le mani del sacerdote sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono secondo lo spirito e la divinità, che sia veramente il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono con­dannati, perché l'Altissimo stesso ne da testimo­nianza e dice; Questo è il mio corpo e il sangue del nuovo testamento; e ancora: Chi mangia la mia car­ne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Per cui lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, egli stesso riceve il santissimo corpo e sangue del Signo­re; tutti coloro che non partecipano del medesimo Spirito e presumono accogliere il Signore, mangiano e bevono la loro condanna. Per cui: Figliuoli degli uomini, sino a quando avrete duro il cuore? Perché non riconoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio? Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine;ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sopra l'altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nei pane consacrato; e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne, ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era vero Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo santissimo corpo e sangue sono vivi e veri. E in tale maniera il Signore è sempre presente con Ì suoi fe­deli così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino al­la fine del mondo». Per questo esorta: «L'umanità trepidi, l'universo intero tremi, e il cielo esulti, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, è il Cristo figlio di Dio vivo. O ammirabile altezza, o degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell'universo. Dio e Figlio di Dio, cosi si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, in poca apparenza di pane! Guardate, frati, l'umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché egli vi esalti». Da anche consigli sul culto eucaristico: «Vi scongiuro tutti, o fratelli, baciandovi i piedi e con tutto l'amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potrete, tutto il rispetto e tutta ['adorazione al san­tissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cri­sto, nel quale tutte le cose che sono in ciclo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio onnipoten­te». «E questi santissimi misteri sopra ogni cosa voglio che siano onorati, venerati e collocati in luo­ghi preziosi» ( 89 ). E ancora: «Dobbiamo anche visi­tare frequentemente le chiese» ( 70 ).

Soprattutto da consigli sul modo di fare la comunione: «Tutti quelli che non ricevono ii corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo... non vedono il vero lume. il Signor nostro Gesù Cristo» ( 71 ). «Dobbiamo poi confessare a! sacerdote tutti i nostri peccati e ricevere da lui il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo. Chi non mangia la sua carne e non beve il suo sangue non può entrare nel regno di Dio. Tuttavia lo deve mangiare e bere degnamente, poiché chi indegnamente lo riceve, mangia e beve la sua condanna, non riconoscendo il corpo del Signore, cioè non distinguendolo dagli altri cibi». «Vi consiglio... di ricevere devotamente la comunione del santissimo corpo e sangue del Signor nostro Gesù Cristo in sua santa memoria" . «Contriti e confessati ricevano il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo con grande umiltà e con venerazione, ricordando le parole del Signore: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna; e ancora: Fate questo in memoria di me». «Cristo vuole che tutti siano salvi per lui e che lo si riceva con cuore puro e corpo casto». Sono veramente preziose le esortazioni che fa a tutti i chierici sulla riverenza del corpo e del sangue del Signore: «Badiamo, quanti siamo chierici, di evitare il grande peccato e l'ignoranza, che certi hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, Niente infatti abbiamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue... Tutti quelli, poi, che amministrano sì grandi misteri, considerino tra sé, soprattutto chi li amministra senza il dovuto rispetto, quanto siano vili i calici, i corporali, le tovaglie usate per la consacrazione del corpo e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, E da molti il corpo è lasciato in luoghi indegni, è portato per via in modo lacrimevole, è ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato senza riverenza... Orsù, d'i tutte queste cose, e di altre, subito e con fermezza emendiamoci, e dovunque il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo sarà stato senza decoro collocato e lasciato, sia tolto di là e sia posto e custodito in un luogo prezioso» . Ai suoi frati riuniti a capitolo scrive sulla santa messa: io Prego nel Signore tutti i miei frati sacerdoti che sono e saranno e che desiderano essere sacerdoti dell'Altissimo, che quando vorranno celebrare la messa, puri, in purità offrano con profondo raccoglimento il vero sacrificio del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, con intenzione santa e monda, non per motivi terreni o per timore o amore di alcun uomo, come se dovessero piacere agli uomini. Ma ogni volontà, per quanto l'aiuta la grazia di Dio, si orienti a lui, desiderando con la messa di piacere soltanto al sommo Iddio, poiché nella messa egli solo opera, come a lui piace; sue infatti, sono le parole: Fate questo in memoria di me; se uno farà diversamente diventa un Giuda traditore e si fa reo del corpo e del sangue del Signore. Ricordatevi, fratelli miei sacerdoti, ciò che è scritto della legge di Mosè; coloro che la trasgredivano, anche solo materialmente, per decreto di Dio morivano senza nessuna misericordia. Quanto maggiori e più gravi pene meriterebbe di patire colui che calpestasse il Figlio di Dio, e contaminasse il sangue dell'alleanza nel quale è stato santificato, e recasse offesa allo Spirito della grazia? Disprezza, infatti, l'uomo, e contamina e calpesta l'Agnello di Dio, quando come dice l'Apostolo, non distinguendo nel suo giudizio, ne discernendo il santo pane del Cristo dagli altri cibi e azioni, lo mangia essendo in peccato; oppure senza essere in peccato, lo mangia con leggerezza e senza le dovute disposizioni. Dice, infatti, il Signore per bocca del profeta: Maledetto colui che compie con frode l'opera del Signore. Perciò Dio respingerà i sacerdoti che non vorranno mettere nel loro cuore questo, dicendo: Maledirò le vostre benedizioni. «Udite, fratelli miei, se la beata Vergine Maria è cosi onorata, come è giusto, perché lo portò nel suo santissimo seno; se il Battista beato tremò di gioia e non osò toccare il capo santo del Signore; se è venerato il sepolcro, nel quale per qualche tempo egli giacque; quanto deve essere santo, giusto, degno, colui che lui non già morituro, ma eternamente vivo e glorioso, lui, sul quale gli angeli desiderano volgere lo sguardo, accoglie nelle proprie mani, riceve nel cuore e con la bocca, offre agli altri perché lo ricevano? Badate alta vostra dignità, frati sacerdoti, e siate santi perché egli è santo. E come il Signore Iddio onorò voi sopra tutti gli uomini, per questo mistero,così voi più di ogni altro uomo amate, riverite, onorate Lui. Gran miseria sarebbe, e miserevole male se, avendo lui così presente, vi curaste di qualunque altra cosa che fosse nell'universo intero» . Voleva infine che l'eucaristia fosse oggetto di ogni predicazione dei suoi frati: «In ogni predicazione che fate ammonite... che nessuno può essere salvato se non colui che riceve il santissimo corpo e sangue del Signore. E quando è consacrato dal sacerdote sull'altare ed è portato in qualche parte, tutti, in ginocchio. rendano lode, gloria e onore al Signore Dio vivo e vero». I biografi ricordano che anche i frati, fedeli alle esortazioni del loro padre, «quando incontravano una chiesa o una croce lungo la via, si inchinavano a recitare una preghiera e dicevano devotamente: "Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo per tutte le tue chiese sparse nel mondo intero, poiché tu lo hai redento per mezzo della tua santa croce". Erano convinti, di fatto, di essere in un luogo sacro, dovunque incontrassero una croce o una chiesa».

Attività parrocchiali

Sante Messe

Feriale e Sabato festivo: Ore 18

Festivo: Ore 8 - 9.30 - 11.30

Sante Confessioni

1° Venerdì del mese: 9.30-11

Ogni sabato: 9.30-11 e 17-18

Adorazione

Sabato: Ore 17-18

Domenica: Ore 7-8

3° Giov. del mese: 21.15-22.30

1° Ven. del mese: 17-18 e 21-22

Santo Rosario

Ogni giorno mezz'ora prima della S. Messa pomeridiana.

Il giovedì nelle famiglie: 21.15

Grande liturgia

Con preghiere di lode, consolazione, guarigione, liberazione e S. Messa solenne, 1° Venerdì del mese, ore 21-23

Tutti i mercoledì

Ore 21.15: Preghiera di Lode e catechesi in sala parrocchiale o nel chiostro della canonica.

Primo Martedì del mese

Ore 17: Santo Rosario meditato

Ore 18: S. Messa per i defunti Opera Dottrina Cristiana


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